I buoni diventano dèi, i malvagi diventano bestie (Boezio)


Un altro breve estratto del dialogo tra Boezio e Filosofia (a lui apparsa, durante la sua prigionia, nelle sembianze di una donna) tratto dal saggio - La consolazione della Filosofia -

FILOSOFIA:

Si può infatti ritenere non senza fondamento che, quando si fa una cosa, il fine che ci si propone di raggiungere nel farla costituisca anche la sua ricompensa.

Abbiamo mostrato che la felicità coincide con quello stesso bene in vista del quale si fanno tutte le cose; pertanto il bene stesso è stato assegnato come comune ricompensa per le azioni umane. D'altra parte non è possibile che il bene si separi dai buoni, ragion per cui a una onesta condotta non manca mai un'appropriata ricompensa.

Per quanto dunque i malvagi infieriscano a loro piacimento, al sapiente con cadrà, non si dissecherà mai la sua corona; poiché l'altrui perversità non è in grado di strappare agli spiriti onesti l'onore loro proprio. Ma poiché l'onore è trasmesso a ciascun onesto dalla sua onestà, egli rimarrà privo della sua ricompensa quando cesserà di essere onesto.

Infine poiché ogni ricompensa in tanto è ricercata in quanto è ritenuta un bene, chi è in possesso del bene come potrebbe essere giudicato privo di ricompensa? Ma di quale ricompensa? Della più bella e più grande di tutte. Poiché è la stessa bontà a costituire la felicità, è evidente che i buoni, per il fatto stesso di essere buoni, risultano felici.

Ma è assodato che coloro che i quali sono felici partecipano alla natura degli dèi. C'è dunque per i buoni una ricompensa che non può essere logorata dal tempo, né menomata da alcun potere, né offuscata da malvagità alcuna: è il diventare déi.

foto: per questo pezzo ho scelto un'immagine dal mio viaggio in Tibet. Un popolo, il tibetano,  che ha sofferto moltissimo della brutale invasione cinese ma che ha saputo conservare forte l'onore e la dignità del loro spirito.





Nessun commento:

Posta un commento