Presenza (il me nell'oceano) - Racconto/Meditazione -


La luce adamantina di questa stagione invernale mi abbaglia e l'odore di salmastro mi delizia. Cammino sulla spiaggia deserta e bagnata dalla recente alta marea. I miei passi lasciano una delicata orma sulla sabbia compatta e dorata, l'Atlantico mi chiama, ogni giorno, regalandomi il senso della mia presenza qui in questa terra ai confini tra Europa e Africa. 

Osservando l'oceano mi accorgo di quanto esso cambi aspetto continuamente, influenzato dalle maree e dal vento. Le onde a volte tumultuose quasi violente si susseguono alternandosi una alle altre in differenti e potenti gettiti d'acqua fino a placarsi sulla battigia. Il suono è fragoroso, sono urla profonde e assordanti che mi scuotono dentro e ogni cellula del mio essere è in risonanza con questa potente energia che mi trapassa e trasforma la mia mente.


Respiro l'oceano il vento e la luce e il suono mi pervade, una profonda inspirazione e una lunga espirazione avverto in me una consapevole presenza stabile ferma quasi immobile, una dimensione vasta e profonda che si allunga verso l'alto. Anche ora che le mie dita scorrono sui tasti del pc nel ricordo avverto le stesse vibrazioni di presenza. Sono.


La sostanza di tutte le cose è come un oceano con molte onde. Le onde sono fatte d'acqua come l'oceano, la stessa acqua. Ogni onda ha un aspetto diverso dalle altre e tutte possono modificare il loro stato. L'oceano non crea le onde ma le manifesta ognuna con una propria forma e altezza così come la coscienza manifesta i pensieri individuali coerenti riassumibili in "Io sono un sé temporaneamente definito da un corpo". Ogni cosa è fatta di coscienza.


C'è consapevolezza di sé in ogni goccia dell'oceano, possiamo imparare a guardare alla nostra realtà come a una parte del vasto oceano della coscienza che ci circonda. Alla fine, come sosteneva Diogene, siamo tutti acqua dell'oceano, sia che siamo imperatori sia che siamo schiavi.


La presenza sorge dove ci sia attenzione e consapevolezza, ed è possibile sperimentarla anche nei piccoli gesti ripetitivi quotidiani come lavarsi i denti, chiudere una porta, lavarsi le mani, salire in auto, entrare in casa. Tutte queste attività ripetitive hanno un fine e possono diventare il nostro fine per sentirci presenti e consapevoli. I nostri sensi ci vengono in aiuto per realizzare la presenza.


La presenza è uno stato della coscienza di essere presente in questo unico momento che stiamo vivendo. Non ci vuole volontà o determinazione per riuscire a rimanere nello stato di presenza, ma una resa attenta lucida e quieta data dall'ascolto sensoriale, dall'ascolto del respiro, e in questa presenza più profondamente all'interno di noi possiamo sentire il battito del nostro cuore o lo scorrere dell'energia.


La presenza viene attivata anche dal respiro, se porto l'attenzione al mio respiro facendo una profonda inspirazione e di seguito una lunga espirazione in quel mentre sono solo presenza, tutto convoglia nel mio centro. In questo modo si creano degli spazi tra i nostri pensieri, degli spazi nella nostra mente, una dimensione profonda e vasta, qui e ora, l'adesso nella presenza consapevole.


Lo stato di presenza è un dono per qualsiasi relazione perché dà profondità all'interazione con le altre persone e anche la possibilità all'altro di guardare dentro sé stesso in quella dimensione. E' una bella sensazione per l'altra persona essere nella nostra presenza perché la comunicazione acquista profondità. 


L'uomo esteriore gusta le cose come creazione.

L'uomo interiore che è in me gusta le cose,

non come creatura, ma come dono di Dio.

Ma per l'uomo che è nel mio intimo

esse hanno il gusto non del dono di Dio,

ma di Dio stesso.


Meister Eckhart


foto: Oceano Atlantico, Andalusia

Infiniti sono i modi di percepire il sottile nelle cose - Riflessione/Meditazione -



Impossibile dare una dimensione né una forma né una dimora alla mente poiché essa è in ogni cellula del nostro sistema psicofisico.


Tornando ai nostri organi sensoriali e ai cinque sensi, vista udito tatto gusto e odorato, se impariamo ad utilizzarli in modo più profondo questi ci riveleranno un mondo pieno di fascino e meraviglia e ci permetteranno di accedere alla contemplazione, la via praticabile a chiunque aspiri a quell'esperienza di "io sono", riconosciuta dai grandi Maestri spirituali.


La contemplazione non si ottiene per una imposizione della mente, niente tecniche, ma accade  quando siamo in uno stato mentale rilassato, di non controllo, di nudità, cioè spogliato di tutte le sue sovrastrutture. La pratica della contemplazione è semplice nel senso che non è complicata o difficile, come erroneamente si pensa che per conquistare un risultato ci debba essere una tensione o uno sforzo, non è così per la nostra mente che voglia vivere questa esperienza.


La contemplazione avviene quando la ragione la volontà e la memoria trovano la quiete, nessun dialogo interiore e nessun pensiero. Facciamoci quindi catturare da ciò che ci circonda e lasciamoci stupire nell'osservare i più piccoli particolari che caratterizzano l'oggetto della nostra attenzione, senza giudizio (bello, brutto, mi ricorda questo o quello, il suo nome è, etc.).


Passeggiamo in un prato fiorito, molti sono i fiori e il prato è un'armonia integrata di differenze. Nell'osservare un fiore da vicino possiamo coglierne il profumo racchiuso nei suoi petali, ammirarne la delicata perfezione e il colore, con le dita sentirne la morbidezza, notare quante foglie differenti in dimensioni e forme ci sono sullo stelo. Tutte queste espressioni manifeste del suo aspetto nascono da una sola energia, la linfa, e anche se non la vediamo possiamo coglierne la vita nel fiore stesso. Quel fiore è un microcosmo perfetto d'armoniose integrazioni.


Entrando in empatia con la natura essa ci risuonerà di bellezza e armonia e i nostri sensi ci riveleranno un mondo ricco. C'è un'energia non manifesta che possiamo cogliere nella contemplazione, la stessa energia la possiamo percepire in un albero o passeggiando in un bosco, durante un temporale nel lampo e nel tuono, nelle grandi onde dell'oceano, nel volo di un uccello, in una tempesta di vento: potente energia che ci trasmette pienezza e libertà.


Possiamo sentire questa energia con l'udito nel suono, con il gusto nel sapore, con il tatto nella morbidezza, con la vista nei colori e nelle forme, con l'odorato in un profumo. Infiniti sono i modi di percepire il sottile nelle cose, con l'attenzione e la contemplazione si coglie nella Creazione l'energia del Creatore e in questo spazio possiamo compenetrare la Natura e vibrare con essa la vita.


Nel cielo gli uccelli sono svaniti,

E ora anche l'ultima nuvola si dissolve.

Sediamo insieme la montagna ed io,

Fino a che solo la montagna rimane.



Li Po




foto: dal mio viaggio in Tibet


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