India, a Vijayawada in un giorno qualsiasi (breve racconto)


Un gruppetto di case sparse in qualche ettaro di terreno tra verdissime e rigogliose aree verdi che costeggiano i viali di terra rossa troppe volte allagati dalle violenti piogge monsoniche. In ogni casa vivono quaranta o cinquanta bambini o bambine dai pochi giorni di vita ai quindici anni e la sveglia per tutti loro, eccezione per i piccolissimi della nursery che hanno ritmi propri, è alle sei e mezza della mattina.

La mom dà la sveglia nella propria casa ai pargoli che vi abitano. Lentamente, nella calura afosa mattutina, le quattro mura si animano di voci assonnate e passi lievi che ben presto diventano toni stridenti di richiami, confusione di movimenti, acqua che scorre nelle docce, porte dei gabinetti che sbattono. Tutti i piccoli abitanti della casa si prestano per una buona mezzora a rassettare e pulire e poi tutti seduti a terra nella sala comune per la preghiera recitata a voce alta come una tiritera che in qualche modo concilia gli animi all’inizio di un nuovo giorno.


Poi, in silenzio fuori nel cortile, tutti i bambini si mettono in fila e si avviano alla caffetteria per la colazione: riso con uova e una tazza di latte, quanto necessario per integrare un po’ di nutrimento ed energia. L’ultima ripassata al libro di studio e poi alle nove e un quarto la scuola comincia. Sembrano tanti soldatini nella loro divisa a quadretti verde e bianca e mentre li guardo sfilare in ordine di altezza con le cartelle troppo grandi appese alle spalle incontro i volti illuminati, non solo dal sole, e nelle loro voci uno zampillo di gioia: “good morning mom”.


Pochi passi oltre il cancello del villaggio se ne apre un altro sul cortile della scuola che accoglie anche i bambini del villaggio che si sviluppa alle spalle di D. home, bambini poverissimi ma che ancora hanno una famiglia.

Lentamente il villaggio/orfanotrofio si svuota dei suoi giovani abitanti; rimangono le mom, le donne che fanno servizio di pulizia, gli uomini che mantengono i giardini e le aiuole sempre in ordine e il personale dell’ufficio che meticolosamente scheda ogni singolo bambino con foto e dettagli di salute e malattia, provenienza, eventuali seppur rari dati anagrafici e nome dello sponsor.


Il sole già alto fa risalire velocemente la temperatura e l’umidità sempre elevata rende l’aria e la calura insopportabile. Anche percorrere pochi metri diventa una doccia di sudore. Attorno alla vita dei bambini molti adulti si prodigano a lavorare per produrre quanto necessario alla gestione delle loro attività e ai fabbisogni quotidiani.

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Questo racconto è collegato ad un altro, - L'Amore che tocca e trasforma -

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1 commento:

  1. Sempre bello leggerti e ascoltare quello che offri con le parole è gioia ❤️

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