Presenza (il me nell'oceano) - Racconto/Meditazione -


La luce adamantina di questa stagione invernale mi abbaglia e l'odore di salmastro mi delizia. Cammino sulla spiaggia deserta e bagnata dalla recente alta marea. I miei passi lasciano una delicata orma sulla sabbia compatta e dorata, l'Atlantico mi chiama, ogni giorno, regalandomi il senso della mia presenza qui in questa terra ai confini tra Europa e Africa. 

Osservando l'oceano mi accorgo di quanto esso cambi aspetto continuamente, influenzato dalle maree e dal vento. Le onde a volte tumultuose quasi violente si susseguono alternandosi una alle altre in differenti e potenti gettiti d'acqua fino a placarsi sulla battigia. Il suono è fragoroso, sono urla profonde e assordanti che mi scuotono dentro e ogni cellula del mio essere è in risonanza con questa potente energia che mi trapassa e trasforma la mia mente.


Respiro l'oceano il vento e la luce e il suono mi pervade, una profonda inspirazione e una lunga espirazione avverto in me una consapevole presenza stabile ferma quasi immobile, una dimensione vasta e profonda che si allunga verso l'alto. Anche ora che le mie dita scorrono sui tasti del pc nel ricordo avverto le stesse vibrazioni di presenza. Sono.


La sostanza di tutte le cose è come un oceano con molte onde. Le onde sono fatte d'acqua come l'oceano, la stessa acqua. Ogni onda ha un aspetto diverso dalle altre e tutte possono modificare il loro stato. L'oceano non crea le onde ma le manifesta ognuna con una propria forma e altezza così come la coscienza manifesta i pensieri individuali coerenti riassumibili in "Io sono un sé temporaneamente definito da un corpo". Ogni cosa è fatta di coscienza.


C'è consapevolezza di sé in ogni goccia dell'oceano, possiamo imparare a guardare alla nostra realtà come a una parte del vasto oceano della coscienza che ci circonda. Alla fine, come sosteneva Diogene, siamo tutti acqua dell'oceano, sia che siamo imperatori sia che siamo schiavi.


La presenza sorge dove ci sia attenzione e consapevolezza, ed è possibile sperimentarla anche nei piccoli gesti ripetitivi quotidiani come lavarsi i denti, chiudere una porta, lavarsi le mani, salire in auto, entrare in casa. Tutte queste attività ripetitive hanno un fine e possono diventare il nostro fine per sentirci presenti e consapevoli. I nostri sensi ci vengono in aiuto per realizzare la presenza.


La presenza è uno stato della coscienza di essere presente in questo unico momento che stiamo vivendo. Non ci vuole volontà o determinazione per riuscire a rimanere nello stato di presenza, ma una resa attenta lucida e quieta data dall'ascolto sensoriale, dall'ascolto del respiro, e in questa presenza più profondamente all'interno di noi possiamo sentire il battito del nostro cuore o lo scorrere dell'energia.


La presenza viene attivata anche dal respiro, se porto l'attenzione al mio respiro facendo una profonda inspirazione e di seguito una lunga espirazione in quel mentre sono solo presenza, tutto convoglia nel mio centro. In questo modo si creano degli spazi tra i nostri pensieri, degli spazi nella nostra mente, una dimensione profonda e vasta, qui e ora, l'adesso nella presenza consapevole.


Lo stato di presenza è un dono per qualsiasi relazione perché dà profondità all'interazione con le altre persone e anche la possibilità all'altro di guardare dentro sé stesso in quella dimensione. E' una bella sensazione per l'altra persona essere nella nostra presenza perché la comunicazione acquista profondità. 


L'uomo esteriore gusta le cose come creazione.

L'uomo interiore che è in me gusta le cose,

non come creatura, ma come dono di Dio.

Ma per l'uomo che è nel mio intimo

esse hanno il gusto non del dono di Dio,

ma di Dio stesso.


Meister Eckhart


foto: Oceano Atlantico, Andalusia

Infiniti sono i modi di percepire il sottile nelle cose - Riflessione/Meditazione -



Impossibile dare una dimensione né una forma né una dimora alla mente poiché essa è in ogni cellula del nostro sistema psicofisico.


Tornando ai nostri organi sensoriali e ai cinque sensi, vista udito tatto gusto e odorato, se impariamo ad utilizzarli in modo più profondo questi ci riveleranno un mondo pieno di fascino e meraviglia e ci permetteranno di accedere alla contemplazione, la via praticabile a chiunque aspiri a quell'esperienza di "io sono", riconosciuta dai grandi Maestri spirituali.


La contemplazione non si ottiene per una imposizione della mente, niente tecniche, ma accade  quando siamo in uno stato mentale rilassato, di non controllo, di nudità, cioè spogliato di tutte le sue sovrastrutture. La pratica della contemplazione è semplice nel senso che non è complicata o difficile, come erroneamente si pensa che per conquistare un risultato ci debba essere una tensione o uno sforzo, non è così per la nostra mente che voglia vivere questa esperienza.


La contemplazione avviene quando la ragione la volontà e la memoria trovano la quiete, nessun dialogo interiore e nessun pensiero. Facciamoci quindi catturare da ciò che ci circonda e lasciamoci stupire nell'osservare i più piccoli particolari che caratterizzano l'oggetto della nostra attenzione, senza giudizio (bello, brutto, mi ricorda questo o quello, il suo nome è, etc.).


Passeggiamo in un prato fiorito, molti sono i fiori e il prato è un'armonia integrata di differenze. Nell'osservare un fiore da vicino possiamo coglierne il profumo racchiuso nei suoi petali, ammirarne la delicata perfezione e il colore, con le dita sentirne la morbidezza, notare quante foglie differenti in dimensioni e forme ci sono sullo stelo. Tutte queste espressioni manifeste del suo aspetto nascono da una sola energia, la linfa, e anche se non la vediamo possiamo coglierne la vita nel fiore stesso. Quel fiore è un microcosmo perfetto d'armoniose integrazioni.


Entrando in empatia con la natura essa ci risuonerà di bellezza e armonia e i nostri sensi ci riveleranno un mondo ricco. C'è un'energia non manifesta che possiamo cogliere nella contemplazione, la stessa energia la possiamo percepire in un albero o passeggiando in un bosco, durante un temporale nel lampo e nel tuono, nelle grandi onde dell'oceano, nel volo di un uccello, in una tempesta di vento: potente energia che ci trasmette pienezza e libertà.


Possiamo sentire questa energia con l'udito nel suono, con il gusto nel sapore, con il tatto nella morbidezza, con la vista nei colori e nelle forme, con l'odorato in un profumo. Infiniti sono i modi di percepire il sottile nelle cose, con l'attenzione e la contemplazione si coglie nella Creazione l'energia del Creatore e in questo spazio possiamo compenetrare la Natura e vibrare con essa la vita.


Nel cielo gli uccelli sono svaniti,

E ora anche l'ultima nuvola si dissolve.

Sediamo insieme la montagna ed io,

Fino a che solo la montagna rimane.



Li Po




foto: dal mio viaggio in Tibet


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L'origine del processo creativo - Riflessione/Meditazione -


Continuando ad esplorare l'universo della nostra mente vorrei soffermarmi sui sensi immanifesti e svelarne le proprietà.


I Tanmatra sono i sensi della mente e possiamo averne consapevolezza semplicemente con una piccola contemplazione. Le ventiquattro ore della giornata sono suddivise in differenti stati: la veglia, il sonno profondo e il sogno.


Nello stato di veglia possiamo sentire i suoni, vedere le cose e i colori, toccare le forme, odorare differenti profumi e gustare molteplici sapori attraverso i sensi e i relativi organi sensoriali chiamati in sanscrito Jnanindriya "poteri di conoscenza" che sono i sensi che tutti conosciamo e usiamo più o meno consapevolmente come strumenti di conoscenza.


Nello stato di sogno, quando i nostri organi sensoriali riposano, possiamo altresì toccare vedere odorare udire gustare, come? Realizziamo queste facoltà tramite i cinque Tanmatra, i cinque sensi non manifesti della mente. 

Queste qualità si utilizzano anche nello stato di veglia, ogni qual volta evochiamo un ricordo andiamo con la memoria a ripescare l'esperienza per riviverla e poterla descrivere. Quando immaginiamo qualcosa la nostra mente attinge ai Tanmatra in un processo creativo.


Lo scrittore utilizza queste qualità nel narrare immaginando la sua storia prima di scriverla e attraverso la lettura noi possiamo a nostra volta crearci delle immagini mentali, ognuno a proprio modo in base alla individuale capacità di elaborazione. Il musicista componendo, il fotografo lavorando sull'immagine prima di imprimerla su carta, il pittore con la sua ispirazione dalle proprie emozioni o dalla natura. Qualsiasi opera artistica di qualsiasi natura sia, prima di essere realizzata viene immaginata dalla mente, questo processo si chiama creatività.


Quindi la creatività trova la sua fonte nell'immaginario, nella fantasia, nella visione, che non è un processo volontario ma accade quando non stiamo pensando, quando la mente entra nello spazio infinito delle possibilità.

La creatività anche se sollecitata dagli elementi della natura, viene sempre elaborata all'interno di ogni individuo prima di essere manifestata. Le persone più creative la esprimono in forme colori suoni diversi e unici.


Una fervida immaginazione non può essere considerata come negazione della realtà ma bensì uno strumento in grado di aprire un ventaglio di ipotesi mediante le quali sperimentare differenti modalità di approccio con la realtà.


I Tanmatra non sono soltanto i componenti della psiche umana ma anche i componenti integrali dello stesso universo, secondo il Samkia, la scuola dei principi cosmici in Ayurveda. Essi sono le facoltà mentali espresse come emozioni e sensazioni attraverso le quali si esprimono le forze che sostengono la creatività. Sono l'esperienza dell'estasi e dell'entusiasmo.


I Tanmatra creano i mondi manifesti in forma di seme, essi creano il mondo delle idee che precede qualsiasi espressione materiale. 

Che meraviglia la mente!



Dio è un suono, un suono non espresso. 

Diciamo che Dio è inesprimibile.

Chi può pronunciare quel suono?

Nessuno, solamente il suono stesso.


Menister Echkart















La mente e le sue meravigliose funzioni è il nostro universo - Riflessione/Meditazione -


Nella lettura, se possibile, lasciate che le parole

 suggeriscano immagini visioni per una percezione più ampia. 


Noi viviamo in un cosmo complesso che comprende materia, energia e mente a livelli paralleli e interdipendenti, come un magnifico cristallo. Ogni livello ci aiuta a comprendere l'altro.


La mente si è formata dalla natura e ha la stessa struttura di base dell'universo e segue le stesse leggi immutabili. La mente è ovunque nel nostro essere.


In Ayurveda si leggono tre stati della mente: la mente interna, la mente esterna e la mente intermedia. 


La mente interna è costituita dal centro profondo di sentimenti e intelligenza e contiene le tendenze che portiamo profondamente all'interno di noi e che nella vita esteriore possono anche non esprimersi.


La mente esterna è la parte dominata dai sensi (udito, tatto, vista, gusto e odorato) e dalle emozioni con cui operiamo normalmente durante il giorno raccogliendo impressioni e agendo nel mondo esterno.


La mente intermedia è la capacità di portare impressioni esterne all'interno e tendenze interiori all'esterno. Agisce da intermediaria tra impressioni sensoriali transitorie e emozioni e sentimenti profondi che dimorano all'interno. Opera tramite la ragione e la percezione per aiutarci ad esprimere giudizi e prendere decisioni.


La mente interna è il centro della Coscienza che è la forza motivante delle altre funzioni della mente, grazie ad essa ci muoviamo e agiamo come esseri coscienti. Ciò che chiamiamo inconscio, subconscio e super-conscio costituisce la mente interna di cui normalmente non siamo consapevoli.

Il campo vibratorio di pensieri e sentimenti interni rappresenta le abitudini spontanee e automatiche, le tendenze presenti all'interno della nostra coscienza.


Nella mente esterna o sensoriale esiste una natura emotiva, la capacità di raccogliere impressioni sensoriali e rispondere ad esse con simpatie, antipatie, attrazione e repulsione, paura e desiderio. Qui possiamo immaginare, pianificare e costruire la nostra realtà personale. E' la base della volontà, della motivazione e dell'azione nel mondo esterno ed è ciò che di solito consideriamo come mente, il contenitore di pensieri emozioni e sensazioni.


La mente intermedia o intelligenza esiste sotto forma di facoltà razionale o discriminate che permette di percepire e giudicare le cose. La ragione  digerisce le impressioni, i sentimenti e i pensieri discernendo secondo la nostra comprensione della realtà e trasformando le esperienze in forme più sottili che nutrono la nostra consapevolezza. 


L'intelligenza è la parte razionale della coscienza che viene portata alla luce per arrivare ad una vera comprensione.


L'intelligenza ha la capacità di controllare la mente esterna sensoriale da cui attingiamo informazione dal mondo circostante e decidere cosa far entrare. Se la facoltà raziocinante non è chiara razionalizzeremo le emozioni invece di discernerle, lasciando entrare ogni tipo di influenze nella mente cercando poi una ragione per giustificarne la presenza.


La consapevolezza della mente si sviluppa imparando l'arte dell'auto-osservazione, attraverso un atteggiamento meditativo. Solo così impariamo a distinguere la nostra vera natura da identificazioni, azioni e coinvolgimenti esterni. 


Ci sono poi i due livelli del Sé: il Sé esteriore (Ego) che si identifica con il corpo e il Sé interiore (Anima) che è il senso di pura soggettività, "io sono" al di là di tutte le identità corporee.


Per mezzo dell'Ego percepiamo noi stessi come persone limitate, identificate con un corpo nel tempo e nello spazio. L'Ego opera per mezzo di un'immagine di sé, una combinazione di soggetto-oggetto, ci dà un senso dell'io nel mondo, in modo da poter agire all'interno di esso, cercando di diventare qualcuno o di ottenere qualcosa nel mondo esterno. E' coscienza resa oggetto.


L'Anima si riflette nella mente. Entriamo in questo spazio quando impariamo a distaccarci, a non identificarci con le attività della mente esterna. L'Anima percepisce le cose consciamente e trascende ogni corpo, immagine, identità e schemi limitati come fossero nuvole nel cielo sconfinato della mente.


In questo spazio il Sé interiore, l'Anima, nella sua forma pura, spoglia di attaccamenti, diventa il Sè Universale, libero e immortale.


La vera essenza della mente è la pura Coscienza dell'Essere che manifestandosi su questo piano d'esistenza prende i limiti del tempo e dello spazio e diventa strumento di conoscenza. In questa conoscenza l'Anima si unisce alla sua scintilla universale e divina aprendosi all'infinito da cui contempla se stessa attraverso la non esistenza del senso del "mio". 


Eccoci allora giunti alla Conoscenza dell'Uno, che nessuno può conoscere se non Lui stesso, come attestano i testi sacri: il Sé vede sé stesso tramite sé stesso.


“ Quando cantavo il sopraggiungere delle nuvole, 

il picchiettio della pioggia ha trovato il suo phatos nei miei canti. 


Fin dall'alba della nostra storia i poeti e gli artisti 

hanno infuso i colori e la musica della loro anima

nella struttura dell'esistenza.

 

Per questo, io so per certo che la terra e il cielo 

sono tessuti con le fibre della mente umana e, 

allo stesso tempo, della mente universale.

 

Se ciò non fosse vero la poesia sarebbe falsa, 

la musica un'illusione e il mondo costringerebbe 

il cuore dell'uomo a un silenzio completo.


il Grande Signore suona: il soffio è suo, ma lo strumento

 è la nostra mente per mezzo della quale 

Egli canta i suoi canti di creazione.


Rabindranath Tagore




I buoni diventano dèi, i malvagi diventano bestie (Boezio)


Un altro breve estratto del dialogo tra Boezio e Filosofia (a lui apparsa, durante la sua prigionia, nelle sembianze di una donna) tratto dal saggio - La consolazione della Filosofia -

FILOSOFIA:

Si può infatti ritenere non senza fondamento che, quando si fa una cosa, il fine che ci si propone di raggiungere nel farla costituisca anche la sua ricompensa.

Abbiamo mostrato che la felicità coincide con quello stesso bene in vista del quale si fanno tutte le cose; pertanto il bene stesso è stato assegnato come comune ricompensa per le azioni umane. D'altra parte non è possibile che il bene si separi dai buoni, ragion per cui a una onesta condotta non manca mai un'appropriata ricompensa.

Per quanto dunque i malvagi infieriscano a loro piacimento, al sapiente con cadrà, non si dissecherà mai la sua corona; poiché l'altrui perversità non è in grado di strappare agli spiriti onesti l'onore loro proprio. Ma poiché l'onore è trasmesso a ciascun onesto dalla sua onestà, egli rimarrà privo della sua ricompensa quando cesserà di essere onesto.

Infine poiché ogni ricompensa in tanto è ricercata in quanto è ritenuta un bene, chi è in possesso del bene come potrebbe essere giudicato privo di ricompensa? Ma di quale ricompensa? Della più bella e più grande di tutte. Poiché è la stessa bontà a costituire la felicità, è evidente che i buoni, per il fatto stesso di essere buoni, risultano felici.

Ma è assodato che coloro che i quali sono felici partecipano alla natura degli dèi. C'è dunque per i buoni una ricompensa che non può essere logorata dal tempo, né menomata da alcun potere, né offuscata da malvagità alcuna: è il diventare déi.

foto: per questo pezzo ho scelto un'immagine dal mio viaggio in Tibet. Un popolo, il tibetano,  che ha sofferto moltissimo della brutale invasione cinese ma che ha saputo conservare forte l'onore e la dignità del loro spirito.





L'anima sorgente del nostro potere spirituale - Riflessione/Meditazione -

 


La mia percezione di mondo è uno, ideologicamente senza confini che separano gli uni dagli altri, dove i popoli possono dialogare, comunicare e condividere i propri saperi e la propria cultura, sorgente naturale per rendere le diversità ricchezza per tutti. 


La mia visione di mondo è un insieme di persone differenti per etnie culture e tradizioni spirituali ma uguali in quanto esseri umani e quindi con gli stessi diritti e gli stessi obblighi morali di rispetto e tolleranza reciproca. La bellezza delle lingue diverse, veicolo di conoscenza per esplorare le culture antiche, una ricchezza inestimabile. 


L'idea di mondo in cui i potenti della terra ci vogliono inglobare è totalmente basata sul consumo. Ogni cosa diventa merce da usare compreso l'essere umano diventato precario a vita e senza diritti, reso ateo senza cultura e capacità critica e povero di spirito. Anche le diverse lingue dei popoli vengono sradicate per uniformarsi  alla priorità del consumismo che impone l'uso dell'inglese, quello più spicciolo dei vari slogan pubblicitari legati ai beni di consumo e quello della finanza.


Annichilite dal quotidiano frustrante moltissime sono le persone che usano senza consapevolezza le pagine sociali che altro non sono che canali di manipolazione delle masse, una sorta di Matrix in cui anche i pensieri sono  imbrigliati nella macchina del controllo globale. 


Questo processo di globalizzazione iniziato tra la fine degli anni sessanta e inizi settanta con il fiorire delle multinazionali, dei mercati finanziari e della pressione pubblicitaria sui beni di consumo è diventato oggi molto invasivo. 


Inoltre le misure restrittive di questi mesi imposte dai vari governi mondiali e nello specifico da quello italiano con conseguente sospensione delle libertà e dei diritti fondamentali messi in atto dai decreti leggi imposti per tutelarci dalla pandemia hanno reso la pressione globalizzante neo liberista ancor più aggressiva, in forte accelerazione.


Siamo tutti impauriti e in preda all'ansia che ci investe non appena la mattina leggiamo i titoli di un qualsiasi quotidiano, i numeri e le percentuali della pandemia danno i numeri. Il contagio della paura è dilagante mietendo molte più vittime del virus. I popoli assoggettati alla paura si controllano benissimo e i media più popolari sono al servizio dei potenti.


Ma c'è qualcosa dentro ogni creatura che è intoccabile dall'esterno, non può essere controllata e manipolata: è la nostra interiorità, l'anima. Il concetto di anima compare la prima volta da Socrate, per designare il mondo interiore dell'uomo, il quale sosteneva che il compito dell'uomo è la cura dell'anima. 


Platone si spinse un pò più in là sostenendo che l'anima è per sua natura simbolo di purezza e spiritualità ed è immortale. L'anima è il soffio vitale, la parte vitale e spirituale dell'essere vivente. L'anima presente in ogni essere è un frammento dell'anima del mondo. Spirito e anima si fondono in un concetto unico. 


Dobbiamo fermarci un momento a riflettere, respirare (anima: anemos soffio vento respiro), ricollegarci alla fonte essenziale dell'essere umano, alla nostra sorgente, alla nostra interiorità; tornare nella nostra casa, l'anima. L'anima ci sta accompagnando nel nostro viaggio in questa vita, dobbiamo riunirci ad essa per non farci inghiottire dal sistema.


Sempre di più diventa necessario stabilire un legame col nostro centro, la fonte del nostro potere personale. Dal centro possiamo vedere noi stessi e il mondo intorno con più chiarezza, lucidità e acquisire nuova forza per poter tornare ad essere protagonisti delle nostre scelte, più consapevoli, momento dopo momento.


Impariamo a trascendere gli eventi che ci incombono, diamo loro un significato, perché sempre esiste un significato profondo. E' il prezzo della nostra evoluzione. Una sana disciplina ci può aiutare a superare i disagi interiori. 


Disciplina è qualcosa etimologicamente legato all'apprendimento è imparare, non conformarsi non controllare o reprimere ma imparare a vedere con chiarezza cosa accade dentro e fuori di noi, che è un unico movimento.


Siamo uniti all'universo da vincoli più veri e profondi delle sole "necessità". La nostra anima è attratta dall'universo, essa si manifesta nell'amore verso la vita come se avessimo innumerevoli fili che si estendono fino le stelle.


Dato che il nostro corpo è formato dagli stessi atomi delle stelle e quindi dell'universo, tutti vibriamo di energia universale e dentro di noi infinite sono le possibilità di ricrearci.

Cercare il tesoro dentro di sé (Boezio)




Le parole illuminanti del primo filosofo medioevale, nato intorno 475 d.C., scritte nel buio di un tetro carcere di Pavia nel quale fu ingiustamente rinchiuso, torturato e ucciso da un potere cieco. 

Durante i mesi di prigionia scrive il suo capolavoro, "La consolazione della Filosofia". Il libro è scritto in forma di dialogo tra l'autore e Filosofia che appare a Severino Boezio nelle sembianze di una donna.

Riporto qui un brevissimo estratto del paragrafo intitolato - Cercare il tesoro dentro di sé -

 Filosofia: 
Chiunque indaghi il vero con profondità di riflessione
e non voglia perdersi per strade sbagliate
rivolga in sé la luce della sua visione interiore
e, concentrando il suo tiro, lo indirizzi ad un solo bersaglio,
convinca l'animo suo che quanto s'affanna a cercare fuori di sé
lo possiede già dentro, nascosto nei suoi tesori.

foto: Atlantico - Andalusia

La vita non è una linea retta - Racconto/Riflessione -

 



L'errore che comunemente si fa è pensare alla vita come fosse una linea retta con un inizio che è la nascita e una fine dove la morte ci attende e nel mezzo ciò che chiamiamo - il vivere -. La morte è così vista come un'interruzione del flusso vitale e per questo temuta. Da qui il nostro attaccamento alle cose e alle persone che rappresentano i nostri punti di riferimento, i confini entro i quali possiamo sentirci al sicuro.
Nella realtà la vita non è una linea retta ma un processo vitale in perenne trasformazione, perché la vita è eterna nel suo continuo trasformarsi prende nuove e infinite forme.
Vita è lo scorrere mutevole delle stagioni, la profondità dei mari e la moltitudine di pesci e coralli, vita è il dolce fluire dei fiumi al mare, vita sono i tre cuccioli di rondine nati oggi dopo due settimane di cova nel nido sopra la mia porta d'ingresso e vita sarà quando affronteranno in autunno nuovi cieli verso l'Africa, vita è il vento di levante che in questi giorni soffia a più di 50 chilometri orari e lo scroscio improvviso della pioggia primaverile. 

Vita è la rotazione della terra su se stessa ed intorno al sole. Vita è anche qualcosa di più sottile come una carezza sul volto rugoso di un vecchio, un nuovo amore, un'esperienza di gioia straripante che ci fa danzare, un pianto sommesso, una creatura venuta alla luce, un fiore che abbandona i meravigliosi colori e l'intenso profumo dei suoi petali per trasformarsi a poco a poco in un frutto maturo.

La vita è ovunque, in ogni luogo, sempre. La vita è eterna nel suo continuo trasformarsi prende forme nuove e infinite. La morte non è altro che un processo di trasformazione. Anche il corpo che ci riveste e ci permette di vivere in questa dimensione terrena sarà destinato ad invecchiare, forse ad ammalarsi e giorno per giorno tutti i suoi tessuti si trasformeranno fino a raggiungere la morte.
La meravigliosa eccezione che noi umani abbiamo è ciò che il nostro corpo riveste, la nostra anima. Essa non morirà mai, rivestirà nuovi corpi ancora per continuare e completare l'esperienza terrena di volta in volta sempre diversa.

A seguito della grande rivelazione della - Relatività Generale - Einstein continuò i sui studi elaborando successivamente la sua - Teoria del Campo Unificato - un gioiello, in cui sostiene che tutto il creato e quindi tutta la manifestazione è sostenuta da una sola e unica energia. Mentre tutto in noi come nell'intero universo è in continuo cambiamento, la natura di tutta questa energia in movimento è una sola ed è immutabile. Questa energia madre si chiama Amore.

Per unirci a questa energia fondamentale e immutabile dobbiamo imparare a trascendere la manifestazione oltre la forma, nell'ascolto, per unirci al Divino. Se ci liberiamo dell'idea di tempo e spazio che è una contrazione, ecco che la consapevolezza si espande in coscienza, torniamo ad unirci al Tutto, la realtà fondamentale, universale.

Il tempo è legato alla nostra mente dove osserviamo il passato e il futuro ma se riusciamo a rimanere totalmente assorbiti nella pienezza della vita, in ciò che stiamo vivendo, potremo liberarci dai vincoli del tempo e da tutti i problemi quali paure ansie solitudini e angosce. Ogni singolo momento può diventare l'Eterno.


foto: donne in risaia - Nepal

come un unico cielo


Ho conosciuto del mio corpo il gioco dell'universo;
sono sfuggito all'errore di questo mondo.
L'interno e l'esterno sono diventati come un unico cielo;
l'infinito e il finito si sono uniti;
sono ebbro alla vista di tutto questo.

Kabir

foto: Atlantico e Andalusia
 

Infiniti sono i modi di percepire il sottile nelle cose.


 L'attenzione cambia il valore dell'oggetto.
Con l'attenzione possiamo cogliere l'energia dell'oggetto 
e del suo creatore.

Tutti i nostri sensi sono preposti a ricevere differenti
e molteplici informazioni sull'oggetto 
contemplato, l'attenzione ne alimenta l'energia.

Infiniti sono i modi di percepire il sottile nelle cose.

L'attenzione ci porta alla contemplazione e la contemplazione 
a sentirci parte, immersi in un'unica energia, 
l'energia del Creato.

foto: Atlantico 

Respirando l'oceano


Sono solo una fessura in un flauto
attraverso il quale fluisce
il respiro del Cristo.
Ascolta questa musica!
Sono il concerto che esce dalla bocca
di ogni creatura
che canta con miriadi di corde.

Hafiz


foto: respirando l'oceano