Ayurveda e Respiro Yoga

 


Seminari di Ayurveda e Respiro Yoga 
(a Vicenza)

L'Ayurveda è la scienza della conoscenza della vita ed è una delle più antiche visioni filosofiche scientifiche della natura giunte fino a noi. Un patrimonio inestimabile di conoscenza sulla vita, sull'essere umano. 
Il percorso è rivolto a chi desidera riConnettersi con la parte più vera e libera di sé, con cuore aperto e leggero e mente curiosa. Conoscenza e pratiche per armonizzare corpo mente spirito e riscoprire quel Sapere che appartiene alla Memoria dell'essere umano. Vieni a provare, sarai il benvenuto! 

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Marina Magro formata presso la Scuola di Medicina Ayurvedica di Milano, impegnata nel cammino di crescita spirituale esprime le sue competenze nel massaggio e conducendo seminari per diffondere l'Ayurveda.



India, a Vijayawada in un giorno qualsiasi (breve racconto)


Un gruppetto di case sparse in qualche ettaro di terreno tra verdissime e rigogliose aree verdi che costeggiano i viali di terra rossa troppe volte allagati dalle violenti piogge monsoniche. In ogni casa vivono quaranta o cinquanta bambini o bambine dai pochi giorni di vita ai quindici anni e la sveglia per tutti loro, eccezione per i piccolissimi della nursery che hanno ritmi propri, è alle sei e mezza della mattina.

La mom dà la sveglia nella propria casa ai pargoli che vi abitano. Lentamente, nella calura afosa mattutina, le quattro mura si animano di voci assonnate e passi lievi che ben presto diventano toni stridenti di richiami, confusione di movimenti, acqua che scorre nelle docce, porte dei gabinetti che sbattono. Tutti i piccoli abitanti della casa si prestano per una buona mezzora a rassettare e pulire e poi tutti seduti a terra nella sala comune per la preghiera recitata a voce alta come una tiritera che in qualche modo concilia gli animi all’inizio di un nuovo giorno.


Poi, in silenzio fuori nel cortile, tutti i bambini si mettono in fila e si avviano alla caffetteria per la colazione: riso con uova e una tazza di latte, quanto necessario per integrare un po’ di nutrimento ed energia. L’ultima ripassata al libro di studio e poi alle nove e un quarto la scuola comincia. Sembrano tanti soldatini nella loro divisa a quadretti verde e bianca e mentre li guardo sfilare in ordine di altezza con le cartelle troppo grandi appese alle spalle incontro i volti illuminati, non solo dal sole, e nelle loro voci uno zampillo di gioia: “good morning mom”.


Pochi passi oltre il cancello del villaggio se ne apre un altro sul cortile della scuola che accoglie anche i bambini del villaggio che si sviluppa alle spalle di D. home, bambini poverissimi ma che ancora hanno una famiglia.

Lentamente il villaggio/orfanotrofio si svuota dei suoi giovani abitanti; rimangono le mom, le donne che fanno servizio di pulizia, gli uomini che mantengono i giardini e le aiuole sempre in ordine e il personale dell’ufficio che meticolosamente scheda ogni singolo bambino con foto e dettagli di salute e malattia, provenienza, eventuali seppur rari dati anagrafici e nome dello sponsor.


Il sole già alto fa risalire velocemente la temperatura e l’umidità sempre elevata rende l’aria e la calura insopportabile. Anche percorrere pochi metri diventa una doccia di sudore. Attorno alla vita dei bambini molti adulti si prodigano a lavorare per produrre quanto necessario alla gestione delle loro attività e ai fabbisogni quotidiani.


Un fabbricato di basse casette affiancate una all’altra ospitano alcuni laboratori all’interno del villaggio. Nella lavanderia vengono lavati e stirati tutti gli indumenti dei seicentocinquanta bambini e ragazzi. Si utilizzano delle vasche di pietra per immergere il bucato e poi i panni vengono stesi su lunghi fili dondolanti al sole fuori sul prato. Vecchi ferri da stiro scaldati con le braci e sollevati a forza da giovani uomini passano tutti i vestimenti che, successivamente, vengono ripiegati con ordine.


A fianco la lavanderia c’è Carlo, il temuto barbiere, che troppe volte per eliminare il problema dei pidocchi rade i capelli a zero, sia a maschietti che alle povere bambine che, negli anni di permanenza in orfanotrofio,  non riescono mai a farsi i capelli lunghi per una treccia. Bisogna sapere in India la rasatura dei capelli imposta alle donne è un affronto alla loro integrità e dignità dato che solo le vedove e le prostitute vengano rasate, ma per l’igiene si sceglie la soluzione più rapida.


Altro importante laboratorio è la sartoria, un grande capannone con al centro un enorme tavolo su cui appoggiano pile di stoffe colorate, forbici da lavoro e metro sartoriale. Addossati alle pareti alcuni uomini e donne pedalano alle vecchie macchine da cucire confezionando divise a quadretti bianchi e verdi per i bambini e bianco azzurro o rosa per il personale di servizio.


Dietro la scuola altri capannoni ospitano diverse botteghe in cui vengono prodotte le cartelle e i quaderni scolastici, le ciabatte e i sandali di plastica, non solo per gli ospiti del villaggio, ma anche per gli altri cinque mila bambini che questa ONG sostiene con il prezioso contributo di altrettanti generosi sponsor in altri edifici e zone della provincia.

Inoltre c’è un’officina in cui si preparano arti artificiali per tutti i bambini portatori di handicap e qualora ci fosse bisogno di una modifica, sempre ci sia un adulto che se ne accorga, dato che i bambini non si lamentano mai, dopo una ripetuta richiesta alla direzione la correzione all’arto viene fatta.


C’è anche un laboratorio che utilizzando sete più o meno preziose confeziona accessori come buste, album fotografici, tovagliette ed altro che poi verrà venduto alle cene sociali e nei mercatini in Italia per raccogliere ulteriori fondi.

Una grande fattoria occupa gran parte del terreno con stalle di mucche e bufali, ogni vacca fa nove litri di latte al giorno. Poi c’è il gregge di capre, il recinto con i conigli, l’allevamento di polli e tacchini ed infine la porcilaia (anche se i bambini di carne ne mangiano pochissima e raramente)


Un mondo di lavoro rurale e artigianale che si sviluppa e viene sostenuto da generosi benefattori grazie ai fabbisogni del villaggio e della gente che lo vive.

Nella pausa del pranzo i bambini rientrano al villaggio in piccoli gruppi per mangiare: riso con un po’ di verdure e poi ritornano alla scuola fino alle 16:30.

A quell'ora del pomeriggio tutto si anima nuovamente di voci, grida, corse nei prati, giochi improvvisati con palle e pezzetti di legno che fanno saltare e volare con gran abilità senza controllarne la direzione, a volte, i più grandicelli, improvvisano partitelle di cricket o di footboall.


Le bambine invece preferiscono stare in cortile a chiacchierare o guardano alla televisione i soliti dvd di film musicali Boliwoodiani imitandone i balletti alla perfezione. Alle ragazze piace molto ballare e la musica indiana infonde un ritmo davvero coinvolgente e sensuale.

Le televisioni sono a circuito chiuso e si possono vedere solo i dvd forniti dalla direzione, un solo quotidiano si trova esclusivamente a disposizione degli impiegati presso l’ufficio.


Alle sei della sera tutti i bambini si riuniscono nella sala grande della propria casa per studiare fino le sette e un quarto, poi c’è il rito della preghiera comune e finalmente si va alla caffetteria per la cena: riso, verdura e un uovo, una volta alla settimana un po’ di pollo. Per un’altra ora tutti i bambini sono liberi d’incontrarsi e vagare per i viali fioriti tra le soffuse luci dei lampioni. L’umidità della notte forma una coltre sottile di nebbia che tutto avvolge rendendo l’atmosfera statica, densa e sempre calda. Le voci si diradano e tutti gli abitanti del villaggio sono nelle proprie case a prepararsi per la notte.

 

Lo spazzolino da denti, non sempre personale, passa di mano frettolosamente sotto il rubinetto, non c’è una mamma per ognuno che insegna quanto sia importante l’igiene orale, solo un dentista volontario che due volte all’anno, per un breve e intenso periodo, si prende cura di tutte quelle bocche dando saggi consigli con un sorriso comprensivo e mano amorevole, regalando spazzolini e dentifrici anche se sa che spesso verranno venduti per qualche rupia.


Ormai è buio, anche le fastidiose e appiccicose mosche non disturbano più. 

Un concerto strepitoso di rane, grilli e corvi gracchianti accompagna la notte. Alcuni cani randagi vagano liberamente nei viali lanciando guaiti che si disperdono nei campi. Una guardia passa ogni tanto in bicicletta per i viali annunciandosi con il fischietto, c’è chi dice che così facendo spaventa le vipere.


Foto: bambini riuniti per una festa all'interno del villaggio.


Questo racconto è collegato ad un altro, - L'Amore che tocca e trasforma -

 https://marinamagro.blogspot.com/p/ho-incontrato-dei-sorrisi-meravigliosi.html