L'amore e il Divino in noi. Riflessione/Spiritualità




L'amore è la forza che rende la vita degna di essere vissuta, dona colore, profondità e calore, ci regala sensazioni intense e felicità. L'amore è uno stato interiore di pienezza traboccante che ci spinge a dare, trascendendo il contatto con qualsiasi essere umano.


Da non confondersi col desiderio che è uno stato di bisogno, il bisogno di essere amati, che cerca di essere colmato dall'esterno. Le relazioni sono importanti perché sentirsi uniti agli altri porta gioia, comunione, solidarietà, ma quando rendiamo personale una relazione, proiettando su di essa i nostri bisogni, soffriamo.


L'amore non è una questione personale ma universale, non lo possiamo trattenere perché è un'energia libera; se lo cerchiamo all'esterno si allontanerà perché lo consideriamo ancora qualcosa che non ci appartiene.

Molti di noi cercano l'amore ovunque non rendendosi conto che vivono una costante condizione di paura, paura di non essere accettati sopratutto.


La paura è l'opposto dell'amore, anche se alcuni credono sia l'odio, non è così, la paura è il suo contrario. Diventare grandi, evolvere, significa poter affrontare le proprie paure, guardarle in faccia e imparare a sfidarle coltivando quello stato ancora celato di cui tutti siamo custodi, l'amore. 

Il coraggio è la via del cuore.


La vera relazione, quella eterna, è con il Divino, la coscienza universale, la verità, il Tutto. Solo in questa relazione, che è intrinsecamente con noi stessi, potremmo metterci nella giusta relazione con la vita. Tutte le relazioni umane sono secondarie perché limitate; diventano primarie solamente quando vediamo Dio negli altri, oltre la  forma e l'ego che li caratterizza.


Nonostante ciò non siamo mai veramente soli, anche se dentro i limiti terreni del nostro corpo, perché in noi vibra la coscienza dell'intero universo. Impariamo a creare la vera relazione col Divino dentro di noi e negli altri e in tutto ciò che è vita. 

 

Il segreto sta nel lasciare andare i problemi personali, abbandonando il controllo, dato che non possiamo manipolare il destino e i fenomeni intorno a noi e tantomeno la vita di altre persone. Esiste un potere più grande che ci guida e ci fa respirare, affidiamoci quindi alla vita con gratitudine. 


Impariamo a relazionarci con la nostra vera origine, offriamoci semplicemente al Divino e alla pura coscienza che stanno alla base dell'universo di cui noi siamo immagine. Siamo esseri di Luce.


Lasciamoci inoltre ispirare alla compassione, cioè il sentirsi uniti in un sentimento comune d'amore che ci fa vedere gli altri come noi stessi. Essere compassionevole vuol dire riconoscere che le gioie e le sofferenze altrui sono anche le nostre. 


La compassione è il riconoscimento della presenza divina in tutti gli esseri,  ed è strettamente connessa alla percezione divina che abbiamo di noi stessi. Dobbiamo quindi essere innanzi tutto compassionevoli con noi stessi, perché non possiamo pensare di salvare il mondo se prima non salviamo noi stessi. 


Preghiere, meditazioni, mantra, riti che pacifichino i nostri sensi diventano strumenti di comunicazione col Divino, momenti di raccoglimento nell'ascolto intimo con il nostro Sè interiore, luogo di pace e amore incondizionato.


In India e in Nepal quando s'incontra qualcuno sulla via, anche se sconosciuto o straniero non si rinuncia mai allo scambio di un saluto, portando le mani giunte all'altezza del cuore, col sorriso nello sguardo prima e poi chinando leggermente il capo si pronuncia la parola "Namastè", il cui significato è: ti rendo omaggio e mi inchino al divino che c'è in te.




foto: meditazioni e mantra di preghiera allo stupa di Boudhanath a Katmandu in Nepal. Tra le dita della mano sinistra scorrono i grani della mala mentre la mano destra fa ruotare le piccole campane tibetane che sono all'interno delle finestrelle sul muro dello stupa. Il mantra 'Om mani padme hum' accompagna il rito.

Chi siamo noi? - Riflessione/Spiritualità -




Chi siamo noi? 


Chi siamo noi? Conoscere noi stessi è solo conoscere il corpo, la sua anatomia, i dettagli della chimica di cui è composto, la mente con le molteplici meravigliose facoltà? Siamo solo questo corpo, questa mente, la creatura nata con noi? Conoscere noi stessi vuol dire sapere come funziona tutto questo incredibile apparato che ci sostiene, conoscere da dove vengono i ricordi, i condizionamenti culturali e sociali? C'è qualcosa di più profondo dentro questo tempio che chiamiamo corpo?


Molte scienze sostengono che oltre tutto questo patrimonio che è racchiuso nel corpo umano esista l'Ego in quanto ciò che definisce "Io sono il corpo" e associato  al nostro vero Sè.

L'Ayurveda va oltre questi concetti fino alla pura consapevolezza che trascende sia il corpo che la mente.


Da anni mi applico ad approfondire la conoscenza di questa vasta e antica scienza vedica perché sento che tocca corde in risonanza con le mie vibrazioni e   porta luce alla consapevolezza acquisita finora.

Provo quindi a spiegare alcuni concetti in termini semplici e accessibili a chiunque abbia una mente aperta, chiara e un cuore puro. 


Conoscenza del Sé significa essere consapevoli di tutto il proprio essere, che non è solo il sé fisico e il sé mentale, ma anche l'anima individuale che è eterna e ci accompagna nascita dopo nascita. 

L'anima (jiva in sanscrito) è l'entità insita nella coscienza profonda (chitta) come sua funzione risvegliata. La conoscenza dell'anima è la conoscenza del Sè, quindi conoscenza della nostra vera natura, fatta di Pura Coscienza.


La conoscenza del Sè implica una conoscenza cosmica, noi operiamo con le grandi forze della natura, che sono i poteri della nostra consapevolezza. Tutto ciò che vediamo, dalla bellezza della natura come mari, oceani, montagne, fiori e cieli fino agli atti criminali, tutto ciò che cogliamo è un aspetto di noi stessi e fino a che non lo comprendiamo dall'interno di noi stessi rimarremo nell'ignoranza della nostra vera identità.


La conoscenza del Sè è la forma più elevata di conoscenza e tramite essa possiamo conoscere ogni altra cosa.

Per scoprire chi siamo dobbiamo rieducarci a vedere il mondo come una realtà interiore, una rivelazione interna. Quando ci avviciniamo in modo diretto e con mente chiara a qualunque cosa in natura, vediamo noi stessi nella natura e la natura in noi. Questa è la rivelazione del Sé più elevato.


Per sviluppare la conoscenza del Sè è necessario imparare a osservare noi stessi, tuffandoci profondamente nella mente a osservare in che modo siamo collegati a tutta l'esistenza. Scoprire chi siamo, non vuol dire identificarsi con il proprio nome e la propria professione, ma conoscere la natura della nostra consapevolezza, libera da tutti i fattori di condizionamento.


Tornare al puro "io sono" è la base della pace e della felicità. La conoscenza del Sé appartiene al sentiero spirituale ed è l'unico modo per andare definitivamente al di là di qualsiasi sofferenza che nasce dal non sapere chi siamo in realtà.


Chiederci chi siamo in questo periodo tristissimo in cui vengono a mancare le libertà e i principi fondamentali sanciti dalla nostra amata Costituzione diventa una necessità vitale, per acquisire nuova consapevolezza, luce e potere personale. Ricominciamo dal nostro vero Sè.



Gesù disse a Tommaso:


"Esamina dunque e riconosci chi sei tu (...)

Mentre ora cammini con me, benché tu di ciò non sia conscio,

tu hai già conosciuto 

e sarai chiamato per questo conoscitore di te stesso.


Colui che di fatto non si conosce non ha conosciuto nulla,

chi però si è conosciuto è pure venuto a conoscenza 

della profondità del Tutto".


libro dell'atleta Tommaso - II 138-7.18



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Coltivare il campo della Coscienza - Riflessione/Spiritualità -


Coltivare il campo della Coscienza


La Coscienza (chitta in sanscrito) è come un campo e come la terra ha una qualità femminile e creativa. Quel che mettiamo nel campo sotto forma di esperienza di vita determina il modo in cui coltiviamo il campo, come le cose che cresceranno in esso.


Se il campo della coscienza viene coltivato con buone impressioni, gli impulsi negativi e le cattive abitudini non avranno l'ambiente favorevole per mettere radici. Se invece ci nutriamo di impressioni di cattiva qualità, allora anche i buoni impulsi non avranno un terreno favorevole su cui crescere.


Come nutriamo il corpo di buon cibo per mantenerlo in salute così la mente necessità di buone impressioni per sviluppare una sana coscienza. Bisogna proteggere la mente da influenze negative come se fosse un bambino. Per questo è necessario un regime di vita che sia in armonia con la nostra natura.


Delle cose che introduciamo nella coscienza nulla rimane statico e senza effetti, la coscienza è fertile e creativa, qualunque cosa depositiamo in essa prolifica e dovremmo affrontarla, nel bene e nel male.


Cosa sono le impressioni sensoriali?


I sensi sono le porte principali che ci mettono in comunicazione col mondo esterno, per mezzo di essi facciamo entrare non solo le influenze sensoriali ma anche quelle mentali ed emotive. L'uso corretto ed equilibrato dei sensi ci fa sentire sani e felici; l'uso improprio, eccessivo o carente dei sensi ci rende poco sani e mentalmente disturbati.


Costantemente portiamo al nostro interno impressioni sensoriali di ogni tipo che ci influenzano in modo diverso, siamo così impegnati con il mondo dei sensi che non ci fermiamo mai ad esaminare gli effetti che hanno su di noi le interazioni sensoriali, come guardare un film o ascoltare la Tv.


Assorbire le impressioni è una forma sottile di nutrimento e lo possiamo facilmente vedere dal modo in cui le impressioni sensoriali della giornata si riflettono nella mente determinando il tipo di sogni che avremo la notte.

Guardare la violenza in televisione forse non ci farà diventare violenti ma certamente non ci renderà non-violenti e probabilmente ci renderà pigri e dipendenti da stimoli esterni negativi.


Solo se abbiamo una grande consapevolezza interiore possiamo evitare l'effetto delle impressioni negative con cui, in certa misura, noi tutti abbiamo a che fare.


Le impressioni vengono assorbite dalla mente esteriore sulla base della sua ricettività, vengono giudicate e digerite dall'intelligenza e il loro residuo viene depositato nel campo della coscienza. Se qui si deposita un qualunque residuo di impressioni negative, diventerà poi una ostruzione nel campo mentale che darà luogo a varie percezioni e azioni sbagliate.


Nutriamo la nostra mente di impressioni belle e armoniche, tutta la natura ne è intrisa, ascoltiamo buona musica e viviamo l'arte in tutte le sue espressioni.


Assorbendo buone impressioni il sonno diventerà profondo con pochi sogni o sogni spirituali, i sensi diventeranno più acuti, la percezione sarà più chiara, la capacità di espressione più creativa e avvertiremo maggior leggerezza, un senso di pace e la mente più luminosa.


Le impressioni determinano chi siamo e cosa diventiamo.



Spirito di bellezza, come potevi

tu, che inondi il cielo di splendore,

stare nascosto dietro la fiamma piccola

d'una candela?


R. Tagore