E' NATO : Concorso Fotografico Nazionale pro-Nepal
Vivere e morire, unico sentiero - Testimonianza/Riflessione
Avevo 33 anni quando, a seguito di un intervento chirurgico, ho vissuto un’esperienza di pre-morte. E’ stata un incontro con l’aldilà che ha aperto il mio essere, la mia mente ad una visione nuova proiettandomi in una conoscenza a dir poco sconvolgente.
Ancora non si parlava di certi argomenti spirituali e la morte era un tabù culturale molto diffuso, non se ne parlava proprio, non si pronunciava nemmeno il suo nome. In quell’esperienza di confine ho potuto sperimentare che lo stato di coscienza non si era mai interrotto, stavo vivendo una condizione vigile e presente di coscienza.
Mi svegliai dall’anestesia che ero ancora intubata, avvertivo dolori acuti, laceranti nel corpo. Non comunicavo, ma sentivo. I medici su di me si prodigavano per non perdermi. Poi scivolai via leggera, accorgendomi che non sentivo più dolore, solo voci insistenti che mi incitavano a respirare. Pensavo che stavo bene e avrei voluto tranquillizzarli, non vi preoccupate!
Intanto mi sentivo andare via, totalmente avvolta in un grande senso di Pace. Un dolce, intimo, profondo stato di Pace. Circondata dal buio, mi spostavo attratta da una luce meravigliosamente bella, irradiante che illuminava la fine del tunnel in cui mi trovavo. Avrei voluto raggiungerla, seguire quel beatificante invitante richiamo di luce dorata, farmi avvolgere completamente.
Poi una voce dentro di me mi disse che non era tempo di lasciare il corpo, non ancora. Bastò quel sentire, quel pensiero che scivolai via, lontano.
Mi svegliai sul letto d'ospedale udendo delle voci preoccupate che si chiedevano perché avessi il volto gonfio, qualcuno rispose - è stata a lungo sotto ossigeno -.
Ho avuto bisogno di molto tempo per comprendere pienamente il significato più profondo del dono ricevuto in quell'esperienza.
In quel viaggio di confine verso l'aldilà ho potuto sperimentare che la morte non è la fine della vita, che non ci sono tante vite ma una sola continua ed eterna, per sempre. Che questo corpo che ci portiamo addosso segue la legge della vita terrena ma ciò che esso contiene è per sempre.
Dal risveglio della mia coscienza ho compreso che siamo parte di Dio, che siamo eterni. Vivere e morire sono aspetti complementari e fondanti di un unico sentiero. Sembrerebbero essere due aspetti opposti, in realtà sono aspetti della stessa natura di cui siamo parte in questo Universo.
Essere vivi, in vita: è un processo continuo di energia in movimento e trasformazione, in cui la materia si modifica sollecitata dall’energia che riceviamo attraverso il respiro (prana) e il nutrimento, non solo fisico ma anche mentale (pensieri) ed emozionale.
Nella mutevolezza delle condizioni e dell’energia del processo vitale, lo stato di coscienza, se risvegliato, è sempre presente e ci accompagnerà nel nostro cammino.
Essere vivi è essere colmi di spirito (energia) che vibra e interagisce nell’ambiente circostante. Integrare la morte dentro di noi come un processo di trasformazione e passaggio ad altra dimensione significa integrarsi alla vita, in fondo moriamo ogni giorno lasciando qualcosa e nasciamo ogni nuovo giorno a nuova vita con nuove intuizioni, nuovi progetti e nuove consapevolezze.
Essere nel presente è essere vivi; stare nel passato è essere morti dato che il passato non esiste più, quindi è morto. Accettare la morte come un cambiamento è accettare la vita come un rinnovamento. Il nostro stesso corpo ogni giorno lascia morire milioni di cellule e altrettante nascono infondendo nuova vita da nuova energia.
Tutti i nostri apparati e sistemi si rinnovano, lo stesso scheletro che sembrerebbe solido e stabile, dopo circa tre mesi è completamente rinnovato. Una potente forza è in grado di rigenerarci nel cambiamento, nella trasformazione, questo potere sta nel pensiero. Noi siamo ciò che pensiamo e le convinzioni sono le pietre miliari di tutto il nostro essere. Non è possibile scindere il corpo da mente, emozioni e spirito. Siamo uno.
Torre del Girone o del tormento e Arco degli Zavattieri illuminati a festa!
Grecia - regione nord Tessaglia - Le Meteore (picchi di ardesia "sospesi nell'aria")
![]() |
|
![]() |
"Sospesi nell'aria" (questo è il significato di Meteora in greco), questi monasteri rappresentano una realizzazione artistica unica e sono uno degli esempi più potenti della trasformazione architettonica di un sito in un luogo di ritiro, di meditazione e di preghiera. L'analisi chimica suggerisce che le torri di rocce sono nate circa 60 milioni di anni fa, emergendo dal delta di un fiume e ulteriormente trasformate dai terremoti. Si tratta, infatti, di enormi masse residue di arenarie e conglomerati, che apparvero attraverso l'erosione fluviale.
|
![]() |
Gentilezza
sogno un mondo di pace
Carta Carbone - Chiesetta di S. Gregorio, Treviso - Nguyen Chi Trung, poeta
Chiesetta S.Gregorio - Treviso |
Chi Trung, accompagnato dal poeta Alberto Trentin e dall'editore Alessandro Canzian (Samuele Editore) |
Nell'autunno del 1992, in una notte di temporale e circondato dal ruggito del vento, il poeta si rinchiude in un brivido e si domanda come il suono della morte viva nel vento. L'immagine galoppa e Nguyen Chi Trung rovista viscere e mente; i luoghi dove la concretezza dei suoi studi matemateci si contrappone a l'astratezza di quelli filosofici. Trova echi nella più antica filosofia indiana Brahmana, in cui il "soffio e il vento" sono il cardine della vita. |
sonorità evocative in lingua vietnamita |
I Venti indicano un'altezza alla quale non siamo più abituati e alla quale il poeta si rivolge per riprendere in mano la bellezza e la forza della poesia. L'essere umano, come ci canta (secondo tradizione vietnamita) Nguyen Chi Trung, è fatto di poesia. Lo è davvero? Perchè non ascoltarlo allora? Che senso ha la vita senza questo sguardo poetico sul mondo, su noi stessi, sui dolori continui che comunque sono innati a noi? |
abbraccio con l'editore |
molto interesse nei giovani presenti |