Dal mio precedente racconto in cui vi narravo del mio arrivo in Spagna lo scorso ottobre e dei preparativi natalizi, dell'accensione delle luci del 'Belen' della 'zambomba flamenca' e della mia marmellata di limoni nella nuova dimora a Vejer sono cambiate molte cose non solo qui in Spagna ma nel mondo intero piombato in un silenzio quasi totale.
https://marinamagro.blogspot.com/2019/12/e-poi-ci-sono-i-cieli-racconto-da-vejer.html
oggi, 23 marzo 2020
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oggi, 23 marzo 2020
Cammino sotto un cielo blu e terso dopo due giorni di estrema variabilità primaverile con forti e improvvisi acquazzoni, oggi il sole e questa luce meravigliosa fa sembrare tutto bello e più leggero. Odo i miei passi sulle pietre antiche dei vicoli e il tic tic tic delle unghie di Freya la mia perrita de agua che mi segue. Grazie a lei posso uscire per passeggiare perché anche qui a Vejer de la Frontera e i tutta Spagna come in molti altri Paesi nel mondo coinvolti dalla crisi causata dal coronavirus, vige l'obbligo di rimanere in casa.
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Per evitare la pattuglia dei vigili che fa la ronda in auto a passo d'uomo tra le calli e i vicoli di Vejer e anche per spendere un pò di energia mi arrampico sulle scalinate che portano da un vicolo all'altro del casco antiguo. Le porte dei patio spalancate a la miriade di piante verdi e fiorite in vaso tipico di queste terre mi confortano, c'è vita nella case, anche se non si ode una parola.
Una giovane donna con la mascherina sulla bocca cammina spedita a testa bassa evitando così d'incrociare il mio sguardo come potessi contagiarla con gli occhi, non si sa mai. Quanta paura si sta diffondendo tra le persone a causa di questo virus! Avverto la tremenda paura di contagio e di morire oltrepassare anche i muri delle case.
Ma se alzo lo sguardo al cielo turchese affrescato da spumose nuvole bianche all'orizzonte e respiro il profumo dei fiori di limone mi riconnetto con la vita e coll'infinito.
Stanno morendo a centinaia i nostri vecchi in Italia e nel mondo come se dovessimo in qualche modo togliere il passato dalla storia di cui loro sono testimonianza. Senza radici storiche ci spingeremo a cercare la radice dentro di noi nella nostra anima.
La nostra natura umana si rivela in tutta la sua fragilità e limitatezza.
Il contatto salvifico lo troveremo in Madre Natura. Dobbiamo tornare ad una dimensione di rispetto e bontà; risvegliando in noi la facoltà morale come guida interiore potremmo trovare il senso e lo scopo delle nostre vite in relazione al Tutto.
E' sera a Vejer e come ogni sera quando le campane della Chiesa suonano le 8 improvvisamente come un tuono in mezzo al nulla si alza un battito di mani fragoroso e intenso di richiamo, sono i miei vicini che spalancate le imposte o fuori sul patio ritmano a mo di flamenco un battere di mani gioioso come è tradizione in queste terre. Ci scambiamo saluti e battute da una casa all'altra per qualche minuto, c'è chi alza il volume su un pezzo musicale, chi fa urlare una sirena, insomma un miscuglio di suoni e parole dirompente che dura qualche minuto e poi piomba nuovamente il silenzio più lieve. E questo accade tutte le sere alla stessa ora in tutta Spagna, mi dicono, da quando è iniziata l'emergenza nazionale di protezione al contagio.
E' notte ormai anche la Freya dorme sul divano vicino a me e io qui a raccontare accanto alla stufa a legna che arde, grata di questo tepore naturale; solo un leggero crepitio dal fuoco acceso e il respiro della mia pelosa.
Il cielo di questa notte come un mare stellato e silente guarda giù e sorride.
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