Razionalismo, frammenti e separazioni - Riflessione /Spiritualità -

 


Forse è stato Cartesio che con la sua famosa frase "cogito ergo sum" ha portato l'uomo moderno occidentale a identificarsi con la propria mente invece che con l'interezza del proprio essere.


Cartesio, nato nel 1596 in Francia, fu il maggior esponente del razionalismo, corrente di pensiero che riponeva una fiducia assoluta sulla ragione. Dubitando di qualsiasi cosa, se non ben analizzata, per lui l'unica certezza era che gli uomini esistono come pensiero.


Il pensiero, secondo Cartesio, ha dei contenuti che sono le idee. Nei suoi studi ne distinse alcune tra cui le idee fittizie, inventate dalla fantasia degli uomini, le idee avventizie, provenienti dall'esterno, e le idee innate, che fanno parte delle consapevolezze di nascita. Un'altra sua idea era l'idea di Dio, la perfezione assoluta che ha creato l'uomo perfetto, passibile però di errori.


Cartesio elaborò un rigoroso dualismo e secondo il suo pensiero Dio diede origine a due dimensioni fondamentali: la res cogitas, il pensiero, e la res extensa, la materia. La prima risulta infinita, spirituale, indeterminata e consapevole mentre la seconda è finita, materiale, determinata e inconsapevole.


La visione di Cartesio era altresì legata al meccanicismo, infatti il processo delle funzioni vitali e del sistema nervoso viene descritto in termini puramente meccanici, fino al raggiungimento della morte intesa come dissoluzione della macchina umana. Anche gli animali erano da lui visti come dei semplici automi animati da Dio. La presunzione di Cartesio, comune a tutto il razionalismo, era di pretendere di dimostrare ogni cosa attraverso un metodo rigoroso.


Il razionalismo ha portato nell'uomo moderno una separazione tra il proprio Io isolato che vive dentro il corpo. La mente risulta così separata dal corpo e controllore dello stesso, creando un conflitto tra la volontà delle intenzioni e gli istinti naturali. Da questo pensiero razionale le suddivisioni si moltiplicano a cascata, come ben evidenzia nei suoi scritti il filosofo Fritjof Capra.


Gli individui così si differiscono in base al genere, alle opinioni, ai sentimenti, alle capacità, alle risorse ecc. Una gran quantità di ripartizioni che creano separazioni con conflitti irrisolvibili che generano confusione, frustrazioni, rabbia.


La frammentazione interna dell'uomo rispecchia la sua concezione del mondo, visto come un insieme di oggetti e avvenimenti separati da lui stesso. La stessa visione dualistica è estesa alla società suddivisa in differenti nazioni, razze, religioni, politica. Tanti frammenti esterni che si riflettono in noi stessi nelle nostre separazioni interiori.


La convinzione che tutti questi frammenti siano realmente separati lo possiamo notare nelle crisi sociali, culturali, ecologiche, che si sono susseguite nel corso della storia anche più recente, come se l'uomo volesse prendere le distanze tra la propria individualità e gli altri esseri umani e la Natura stessa.


Diretta conseguenza di questo atteggiamento sono le distruzioni delle risorse naturali che hanno reso l'ambiente ormai inospitale e inquinato, dove vivere è diventato insalubre e la disarmonia spirituale si è diffusa ovunque.

La concezione meccanicistica del mondo di Cartesio si è rivelata utile per lo sviluppo della tecnologia ma ha avuto conseguenze gravi per la nostra civiltà. 


Al contrario dell'idea meccanicistica occidentale, la visione orientale è armoniosa. Per il mistico e filosofo orientale tutte le cose e tutti gli eventi percepiti dai sensi sono interconnessi, collegati tra loro, e sono differenti manifestazioni della stessa realtà. 


La tendenza a dividere il mondo percepito in distinte cose, e a percepire noi stessi come unità separate, è considerata un'illusione che deriva dall'attitudine della nostra mente a misurare, a classificare, a manipolare. Nella filosofia buddista c'è una  parola Avidya o ignoranza che significa lo stato di turbamento mentale che deve essere superato.


L'immagine orientale della divinità non è quella di un Dio che dirige il mondo dall'alto, ma quella di un principio Divino che infonde ogni cosa dall'interno:


"Colui che, risiedendo in tutti gli esseri, da tutti 

gli esseri è diverso, lui che tutti gli esseri non conoscono, 

per il quale tutti gli esseri sono corpo, 

lui che governa dall'interno tutti gli esseri, 

questo è il tuo àtman, l'intimo reggitore, l'immortale."   


Upanishad




Un grande poeta indiano canta:


Dovunque guardo, amato mio, io ti vedo.

Ovunque girino i miei occhi, trovo uno specchio

in cui è riflesso il mio cuore.

Ti vedo sulla punta di una spada,

nella brillantezza della vista.

Sei nell'unità, come nella separazione.

Ti ho trovato in ogni forma, nell'acqua, nel buio della notte,

nella vibrazione dell'intero cosmo.

Anche se le cose appaiono diverse,

esse sono un riflesso della tua esistenza.

Questa vita è realmente solo un riflesso di te.


R. Tagore


Fotografia: paesaggio andaluso al caleidoscopio








Nessun commento:

Posta un commento