l'oceano e il vento dentro di me - Racconto breve -



Sarà la nebbia sarà la pioggia di questi giorni, sarà che sto organizzando il mio rientro in Italia, una sorta di malinconia mi pervade. C'è bellezza nella malinconia, morbidezza, lentezza, sensualità. Alla mia nascita mi fu regalato da una signora americana cliente del mio papà un piccolo monile d'oro da appendere ad una catenina raffigurante dio Shiva. Non so se la signora in questione sapesse quale fosse il potere attribuito a questa divinità induista, la mia famiglia per certo no. 


E per lungo tempo nemmeno io che una volta cresciuta decisi di venderlo insieme ai miei piccoli gioielli ricevuti in dono, secondo tradizione di quegli anni, da battesimo comunione e cresima per racimolare qualche soldo. Fatto sta che quel dono di nascita rappresentò quella che sarebbe stata l'energia spirituale che mi avrebbe accompagnata per tutta la vita: un continuo cambiamento che avrebbe messo sottosopra la mia vita molte volte. 


Il cambia-mento rappresenta l'opportunità di cambiare la mente, di andare oltre i limiti, di conoscere se stesso attraverso nuove esperienze sempre più libero da schemi e sovrastrutture mentali e sociali. 


Ho capito negli anni che non mi interessa rimanere dentro una zona confort, anche se faticosamente guadagnata, la curiosità e la sfida a superare i miei limiti mi hanno spinta ogni volta a cercare nuovi orizzonti, a vedere la vita da prospettive diverse e a fare esperienze abbracciando la vita e quello che poteva offrirmi. Non ho mai agito seguendo un impulso, l'intuizione era ed è la mia guida, e di lei ho imparato sulla mia pelle a fidarmi. 


Cammino vicino l'oceano e ne ascolto la vibrazione, quella profonda, che è un suono grave che mi scuote dentro con una potente energia che un pò m'inquieta, ma in superficie altri suoni vibrano come un'orchestra completa di stringhe e fiati in accordo tra il sibilo del vento e il chiassoso fragore delle onde che si infrangono a riva e lo strillare dei gabbiani. 


Ci sono altre curiose piccolissime creature che passeggiano in gruppetti frettolosi sulla riva, hanno il piumaggio bianco che riflette i bagliori argentei della luce e della spumosa onda che si allunga leggera sulla sabbia dorata e in quel mentre spiccano il volo insieme, come una squadriglia, per atterrare alcuni metri più in là e riprendere a zampettare speditamente. 


Amo il vento che qui in questi luoghi mi ha spazzolato per bene. C'è quello lieve che ti accarezza il volto e la pelle e ti solleva i capelli come avessero vita propria mentre danzano l'aria; c'è il vento di ponente umido e freddo che quando piove ti porta via l'ombrello e il cappello che hai in testa e ti investe con gettiti di pioggia fitti che in pochi minuti sei bagnato fradicio. 


Poi c'è il vento di levante, che raggiunge e supera i 50 km orari, secco e forte soffia la sabbia verso l'oceano e se sei sulla spiaggia ogni minuscolo granello di sabbia diventa una piccola lama che ti frusta la pelle e fa male, non lo puoi sopportare se non sei completamente vestito. 


Una volta camminando tra i vicoli del villaggio una raffica di levante mi ha preso gli occhiali dal naso e fatti volare per qualche decina di metri ed io a rincorrerli fino a che sono atterrati rovinosamente sul lastricato scheggiando le due lenti. Comunque sia, il vento libera la mia mente dai pensieri e tutto diventa più leggero, danzante. 


Non ho fatto molti amici qui, l'emergenza sanitaria e i numerosi look down hanno costretto tutti nelle proprie case, la paura del contagio ha coinvolto anche gli andalusi che per natura sono molto socievoli e festaioli. Ognuno raccolto nella propria mascherina, pochissime le occasioni di socializzare se non per qualche saluto frettoloso in incontri casuali. 


Nonostante stia bene a vivere da sola e mi piaccia il silenzio, dopo più di un anno di isolamento "quasi forzato" sento la necessità di umanesimo, di scambiare pensieri e cibo e risate e parole e abbracci con qualche umano a me simile. Ho compreso quanto sia importante e bella per me la lingua italiana per poter comunicare profondamente e discutere insieme. Voglio tornare in Italia anche per questo. Nonostante applichi la lingua scrivendo, e da quando sono qui in Andalusia ne ho scritto di cose, sono consapevole che essere a contatto anche fisicamente per creare comunicazione beh sia un'altra esperienza molto più intensa e ricca per uno scambio maggiori di energia.


Il momento storico in cui ci troviamo da oltre un anno è drammatico, i governi sopratutto dell'occidente hanno esercitato un potere forte per controllare l'epidemia virale limitandoci quasi totalmente nelle nostre azioni personali e privandoci di tanti diritti fondamentali. L'economia è al collasso con milioni di persone senza lavoro e decine di migliaia di piccole attività italiane finora chiuse. Per non parlare dei bambini, vittime di un sistema che compromette terribilmente uno sviluppo sano ed equilibrato. 


Governati da incapaci abbarbicati alle poltrone sembra non ci sia più futuro per gli umani ormai schiavizzati da banche e multinazionali potentissime, industrie farmaceutiche che fanno a gara per mettere in commercio i nuovi sieri (non completamente testati) per "debellare" questo virus che, secondo moltissimi medici che si sono adoperati gratuitamente onorando il giuramento a Ippocrate, basterebbe una terapia domiciliare tempestiva ed efficace per contrastarlo. 


I nuovi potenti della terra sono coloro che appartengono alla Grande Finanza personaggi senza etica né morale arricchiti a dismisura in quest'anno di grande sofferenza per i più e che si dice abbiano una grande influenza sui governi del mondo e sulla diffusione del pensiero unico mediatico. Per costoro l'unico dio è il denaro e il nuovo paradiso è la sede del potere di controllo su l'umanità, disumanizzandola. Dobbiamo svegliarci! 


Intanto l'oceano continua e continuerà il suo perpetuo andamento dettato dai venti e dalle maree e sarà sempre uno spettacolo! Ad esso poco interesserà cosa ne sarà dell'umanità annichilita e infelice, sacrificata al volere di pochi potenti senza anima né coscienza. La Natura tutta continuerà il suo corso di auto-trasformazione, di rinascita perpetua. 


Ed eccomi nuovamente nel cambiamento, sulla via di ritorno al mio Paese, alla mia città d'origine, con la speranza di poter essere, nel mio piccolo, parte viva di un processo collettivo di risveglio ad un nuovo umanesimo. Ce la dobbiamo fare, siamo in molti.