Questa torre, che risale alla seconda metà del XII secolo,
ha avuto nel corso dei secoli vari utilizzi, come testimoniano i suoi nomi.
Il primo nome deriva da un profondo fossato che girava intorno alla casa-torre
destinata a residenza.Successivamente fu destinata ad archivio notarile e comunale,
distrutto da un incendio nei primi anni del Cinquecento.
Dal 1656 alla fine dell'Ottocento la torre, fu adibita a prigione e venne annessa
al nuovo edificio delle carceri, poi distrutto, che chiudeva la corte dei Bissari
verso contrà Catena.
Vi furono rinchiusi anche Silvio Pellico e Federico Confalorineri.
L'arco degli Zavattieri, realizzato nel 1494, unisce la torre al palazzo del Podestà.
Il nome gli deriva dal sottostante mercato delle "çiavate" (ciabatte, scarpe).
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