Aiutata da Amir, sono salita sulle ripide, strette e traballanti scale di legno fin sotto il tetto del Palazzo Reale.
Da questa postazione, mi raccontava il mio amico nepalese, il Re, senza esporsi, osservava come scorreva la vita del suo popolo. (un guizzo di timore era passato tra i miei pensieri, sapevo che se la terra avesse tremato non ne sarei uscita)
Il mio pensiero di cordoglio va alle persone che sono state travolte dalle macerie, ai sopravvissuti, ai feriti, a tutta un'umanità provata continuamente da ingiustizie e drammi, politici, sociali e naturali. Spero che la comunità internazionale dia loro un aiuto.
Namaste Nepal
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