Mi hai fatto conoscere ad amici che non conoscevo. Mi hai fatto sedere in case che non erano la mia. Mi hai portato vicino il lontano, e reso l'estraneo un fratello.
In fondo al cuore mi sento a disagio quando abbandono l'abituale rifugio; scordo che il vecchio dimora nel nuovo, e là tu stesso hai dimora.
Attraverso la nascita e la morte, in questo oppure in altri mondi, ovunque mi conduci, sei tu, lo stesso, unico compagno della mia vita senza fine, che unisci con legami di gioia il mio cuore a ciò che non è familiare.
Quando uno ti conosce, nessuno è estraneo nessuna porta è chiusa. Oh esaudisci la mia preghiera: ch'io non perda mai la carezza dell'uno nel gioco dei molti.
Tagore
foto: ritratto di un'amica viaggiatrice a Lisbona |
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