- Odore di Perù - narrativa - breve lettura - foto di viaggio


capitolo 9
Mi trovavo nuovamente in viaggio sul bus in direzione di Puno. Avevo preso accordi con l'autista perchè mi lasciasse sulla strada in prossimità di Calapuja. Mi stavo allontanando dalla mitica città di Cuzco senza rimpianti, desideravo tornare nella piccola comunità andina tra gli amici che avevo lasciato non molto tempo addietro. Presi posto al piano superiore del vecchio e scolorito bus, sul sedile davanti. Il sole alto entrava dal grande parabrezza anteriore surriscaldando l'abitacolo. Ovviamente l'aria condizionata non funzionava e i finestrini non si aprivano. Tirai le sudice tendine azzurre sistemate ai lati del parabrezza perché mi riparassero un pò dalla luce e dal calore.
I pensieri tornarono agli ultimi giorni a Cuzco.
Passeggiavo senza meta per le strade della bella città osservando le persone che l'animavano. Spesso incontravo dei bambini o giovani ragazzini che si offrivano di pulirmi le scarpe seguendomi anche per alcune centinaia di metri, erano davvero insistenti. Ogni strada ospitava qualche lustrascarpe. Era l'ultimo giorno che camminavo per quelle vie. Guardai i vecchi e comodi scarponcini che avevo ai piedi: erano secchi e impolverati, perché no? Così accettai per la prima volta di farmeli pulire strappando un mezzo sorriso al compiaciuto giovane. Mi appoggiai con le spalle al muro di una casa e il ragazzino si sedette su di uno sgabello che aveva sul davanti un poggia piede. Lo guardavo incuriosita mentre mi toglieva i lacci dagli scarponcini e contemporaneamente tirava fuori da un cassettino spazzole creme e altre cose.
Gli chiesi: - quanti anni hai?
- Quattordici - rispose
- Dove sono i tuoi genitori e perché non sei a scuola?, continuai.
Lui mi guardò negli occhi e dopo una breve pausa aggiunse: -vivo da solo a Cuzco e vado a scuola la sera-.
Rimasi colpita dalla sua risposta, il mio cuore di mamma si era già intenerito. Così il ragazzino, che non era stupido, mi disse spigliato: - se mi compri un paio di scarpe pulisco le tue gratuitamente.-
Più che di una richiesta aveva il tono di una pretesa quindi gli assicurai che gli avrei pagato molto di più il suo lavoro ma non gli avrei acquistato le scarpe. Il ragazzino mentre mi cospargeva gli scarponi di una sostanza trasparente che li avrebbe lasciati lucidi a lungo, così mi disse, (in seguito mi accorsi che si trattava di una sostanza sintetica, sembrava plastica, che non riuscii più a togliere e che avrebbero reso reso le scarpe ancora più secche con delle crepe che si riempivano di polvere), mi ribadì che il suo lavoro mi costava ben più di quanto avrei pagato le scarpe nuove! Mi parlava con un'espressione seria quasi minacciosa. Incredibile, voleva estorcermi del denaro! Lasciai che terminasse di rovinarmi le scarpe e dopo avergli lasciato un biglietto da dieci soles, circa tre volte la normale tariffa, mi allontanai mentre lui
ancora continuava ad insistere sulle sue pretese.
Il caldo e la mancanza d'aria all'interno del bus erano davvero fastidiosi. Nel sedile a fianco al mio era seduta una donna indigena col suo sacchetto di cibo cotto tra le mani e lentamente consumava il pasto.
Mi ero levata il grosso pile ed ero rimasta con la maglietta di cotone mentre la mia vicina di posto stava
con i suoi abiti a più strati e il tipico cappello in testa.
Il viaggio sarebbe stato ancora lungo.


là, dove si stende l'infinito cielo

...
Ma là, dove si stende l'infinito cielo
in cui l'anima prende il suo volo,
regna lo splendore bianco e immacolato.
Non c'è giorno né notte,
né forma né colore
né mai una sola parola.

R.Tagore

foto: spiaggia di Amanohashidate Giappone

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pace e unità


Non so chi siano i giusti, ma le persone sagge sono quelle che portano pace e unità.

(Made Teresa intervistata da Enzo Biagi)


foto, villaggio adagiato sulla sponda del Mekong, Laos

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l'amico

L'amico è la persona con cui hai il coraggio di essere te stesso.

foto: bambini a Nong Kiaw, Laos

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