quello spazio chiamato libertà

Contatto e relazione hanno un sapore completamente diverso
quando si entra in empatia, in comunione con l'altro.
In quello spazio meraviglioso c'è libertà.

foto: al villaggio di Ban Houahoy

http://marinamagro.blogspot.it/p/laos.html

per noi viandanti..

... per noi, viandanti sempre alla ricerca della via più solitaria,
non inizia il giorno dove un altro giorno finisce,
e nessuna aurora ci trova dove ci ha lasciato il tramonto.
Anche quando dorme la terra, noi procediamo nel viaggio.
Siamo i semi della tenace pianta,
ed è nella nostra maturità e pienezza di cuore
che veniamo consegnati al vento e dispersi.
.....

Kahlil Gibran

foto: giardino interno del Tempio a Koyasan

http://marinamagro.blogspot.it/p/japan-koyasan.html

La bellezza non è un bisogno, ma un'estasi

... E la bellezza non è un bisogno, ma un'estasi.
Non è una bocca assetata, né una mano vuota protesa,
Ma piuttosto un cuore bruciante e un'anima incantata.
Non è l'immagine che vorreste vedere, né il canto che vorreste udire,
Ma piuttosto un'immagine che vedete con gli occhi chiusi, e un canto che udite con le orecchie serrate.
Non è la linfa nel solco della corteccia, né l'ala congiunta all'artiglio,
Ma piuttosto un giardino perennemente in fiore e
uno stormo di angeli eternamente in volo.
...

Kahlil Gibran

- L'Altro e l'Altrove - Incontro con lo scrittore, viaggiatore e antropologo Marco Aime a Vicenza

Marco Aime, Lucia Tomba e la delegazione beninese



Reading a cura di Matteo Balbo dal libro di Marco Aime e Lawa Tok "Gli stranieri portano fortuna".
Danze e musiche a cura di Compagnia Sinergie Contemporanee















..l'alito che ci ha dato la vita ci disperde prima di averci dato un nome.



Contempla il cielo il suo infinito azzurro

e sogna.
Noi nuvole siamo le sue stranezze,
non abbiamo casa.
Le stelle risplendono, sono la corona
dell'Eterno.

I loro ricordi sono perenni,
mentre i nostri sono scritti a matita

per essere cancellati subito dopo.
Il nostro compito è apparire
alla ribalta dell'atmosfera, 

per suonare il tamburo e lasciare
onde di risate.

Da quel nostro ridere, però, vengono la tempesta,
un evento reale, e il tuono,
che non è uno scherzo.
Non abbiamo però diritti di compenso sul tempo
e l'alito che ci ha dato la vita
ci disperde prima di averci dato un nome.

R. Tagore